Il successo della Lega, i media e le “crisi” migratorie
La crescita di Salvini e della Lega è forse per la politica italiana l’evento più significativo del 2018. Nel gennaio 2018, prima delle elezioni di marzo, la Lega di Salvini era intorno al 12-13%. Alla fine del 2018 la Lega era stimata sopra al 30%. Un guadagno di quasi 20 punti percentuali in 12 mesi.
La volatilità elettorale (il passaggio di elettori da un partito all’altro) non è necessariamente un evento raro nella politica italiana. Dalla fine della Prima Repubblica (1948-1992) e Tangentopoli (1994) in avanti, il sistema politico è stato squassato dall’ingresso di un nuovo partito che ha saputa attirare più di un quinto dell’elettorato in due occasioni. Nel 1994, Forza Italia, creata solo pochi mesi prima da Berlusconi, vince le elezioni con il 21%. Nel 2013, il Movimento 5 Stelle, un partito che non esisteva fino al 2009, ottiene il 25% delle preferenze e demolisce il bipolarismo e forse anche la Seconda Repubblica (1994-2013).
Nel 2019, la Lega non è un partito nuovo. Al contrario, è il partito più longevo del Parlamento, essendoci entrato per la prima volta nel 1992 sotto la guida di Umberto Bossi. Ma la Lega (senza Nord) che ha ottenuto più del 34% alle elezioni europee del 2019 è un partito totalmente diverso dalla Lega Nord che con Bossi tra il 1992 e il 2013 otteneva tra il 4 e il 10% a livello nazionale grazie ai voti di due-tre regioni. La Figura 2, mostra la differenza in punti percentuali tra il voto alla Lega nel 2013, 2018 e 2019 e quanto la Lega prendeva nel 2013 in media nei comuni di Veneto e Lombardia.
Nel 2019, nonostante abbia chiaramente mantenuto una trazione settentrionale, la Lega ha preso in media più voti in tutte le regioni meridionali di quanti non ne abbia ottenuti nel 2013 in Veneto e Lombardia. Mentre in alcuni comuni non metropolitani dell’Italia centrale la crescita è stata tanto sostenuta (+30-50 punti percentuali) che nell’Italia settentrionale.
Come illustrato in Figura 3, Se esaminiamo più attentamente la crescita leghista nel 2018 e nel 2019, possiamo identificare tre fasi. Una prima fase di forte crescita avviene tra le elezioni e l’intesa di governo con i M55; in questa fase la Lega guadagna 10 punti percentuali passando dal 14% al 24% in tre mesi. Una seconda fase di crescita segue il varo del Conte I: nei primi tre mesi di governo la Lega cresce di altri 7-8 punti. In una terza fase, tra giugno 2018 e settembre 2019 (quando fracassa la coalizione Lega-M5S) la Lega cresce moderatamente ma costantemente fino a superare il 35% dopo le elezioni europee del maggio 2019.
La crescita della Lega è chiaramente dovuta a più fattori. Ma vista l’importanza del tema migratorio nella comunicazione politica di Salvini e nella sua azione di governo, è legittimo domandarsi quanto debba la Lega alle “crisi” migratorie. Mettiamo un po’ di dati in ordine. La prima domanda da porsi è se ci sia qualche relazione tra i flussi in arrivo, l’attenzione dedicata al tema dai media e la crescita leghista. La Figura 4 presenta la variazione nel numero di articoli dedicati dai siti internet di 66 giornali (nazionali e locali) in rapporto al numero di articoli di politica e il numero di arrivi illegali in Italia. In termini relativi, al periodo di crescita di attenzione che segue la formazione del Conte I non si accompagna un periodo di crescita sul fronte degli arrivi: i giorni con più di 100 arrivi sono stati 17 nei primi 90 giorni del Conte I mentre nei tre mesi precedenti quasi il doppio.
Che cosa ha alimentato l’attenzione dei media? Non sorprendentemente le decisioni del Ministro dell’Interno Salvini di chiudere i porti alle navi di soccorso con migranti a bordo. Secondo i dati curati da Matteo Villa e dall’ISPI, la prima decisione di vietare l’accesso a un porto avviene già nella seconda settimana di vita del primo Governo Conte: nella notte tra sabato 9 e domenica 10 giugno 2018, Salvini impedisce l’attracco alla nave Acquarius con 629 migranti a bordo. Nel pomeriggio di domenica 10, Salvini pubblica quattro tweet relativamente alla “crisi” tra cui quello che lancerà l’hashtag #chiudiamoiporti.
#chiudiamoiporti pic.twitter.com/TusUnoHUiw
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) June 10, 2018
La Figure 5 incrocia l’attenzione dedicata dai media all’immigrazione con il susseguirsi delle “crisi” dei porti chiusi. La crisi dell’Aquarius del giugno 2018 è molto presente sui media ma non è il momento di massima attenzione sulle tematiche migratorie. Il picco di attenzione viene raggiunto nella seconda metà di agosto con la seconda crisi che coinvolgerà l’Aquarius (la quarta in totale) a cui seguirà immediatamente la crisi della Diciotti. Dopo la crisi della Diciotti saranno le due crisi della Sea-Watch 3 del gennaio e luglio 2017 ad attirare una significativa attenzione mediatica. Non tutte le crisi generano attenzione ma tutti i bruschi aumenti di attenzione corrispondono a qualche crisi.
Delle tre fasi di crescita leghista nei sondaggi, marzo-giugno 2018, giugno-settebre 2018 e settembre 2018-maggio 2019, sole le ultime due potrebbero essere state sostenute dall’attenzione mediatica dedicata all’immigrazione. Infatti, nel periodo immediatamente successivo alle elezioni 2013, l’immigrazione non sembra occupare un posto rilevante nel dibattito veicolato dai giornali. Questo, come si evince nella prossima figura, nonostante Salvini sia al centro dell’attenzione mediatica. In Figura 6 possiamo osservare in paralello l’evoluzione dell’attenzione mediatica verso Salvini, verso il tema migratorio e verso Salvini come protagonista della discussione politica sul tema migratorio.
Il periodo giugno-settebre 2018 è l’unico periodo in cui la crescita di attenzione verso Salvini e verso il tema migratorio sia fortemente correlata con la crescita di 7-8 punti della Lega (evidenziato in Figura 6). Se l’immigrazione ha giocato un qualche ruolo nella crescita della Lega nel 2018 è decisamente probabile che questo sia avvenuto tra giugno e settembre.
L’attività Twitter di Salvini sembra confermare una strategia mirante a capitalizzare l’attenzione mediatica generata dalle crisi ma anche a sostenere l’attenzione sul tema. La variazione temporale del numero di tweet dedicati all’immigrazione si muove in parallelo con l’attenzione allo stesso tema da parte dei media. Ma questo non deve sorprendere: Salvini ha la chiave sia del suo account Twitter che dei lucchetti che aprono (o chiudono) i porti. Se i media reagiscono alle crisi, i tweet di Salvini cercando di sfruttarle il piú possibile: dei 12,608 tweet pubblicati da Salvini tra gennaio 2018 e ottobre 2019, il 13% trattano di immigrazione mentre delle 25 crisi in mare occorse tra giungo 2018 e agosto 2019 Salvini ne menziona 10 con almeno un tweet il giorno stesso in cui deflagrano. Risultati preliminari di un’analisi multivariata indicano che i tweet di Salvini invece di una nuova crisi in mare hanno un effetto positivo sulla successiva attenzione mediatica dedicata al tema immigrazione.
Ci sono pochi dubbi che Salvini abbia in tutti i modi cercando di sfruttare la sua posizione di Ministro dell’Interno per mantenere alta l’attenzione mediatica sul tema. E l’attenzione del suo stesso account Twitter lo confermerebbe. L’interazione tra media e attori politici è complicata perché fatta di azioni e reazioni. Salvini non controlla l’attenzione mediatica ma, come tutti, cerca di sfruttarla e influenzarla con tutti i mezzi di cui dispone, istituzionali e mediali.
In conclusione, l’immigrazione ha molto probabilmente giocato un ruolo importante anche se limitato (temporalmente e quantitativamente) nella crescita della Lega. L’immigrazione dimostra di essere un tema importante sia per consolidare la base leghista che per espanderla. Ci sono pochi altri temi sull’agenda politica per cui la posizione di un leader di partito sia così semplice (#portichiusi) e così nota. Che posizione ha Zingaretti sull’eutanasia? Che posizione ha Di Maio sull’euro? Dunque il tema immigrazione si presta ad essere usato per valutare Salvini anche su temi più complessi su cui la sua posizione non è probabilmente nota o facile da capire (il cosiddetto effetto Priming).
Una versione leggermente più corta di questo articolo è publicato qui su YouTrend.it.